Leggende del Salento: la casiceddhre di Noha

Leggende del Salento: la casiceddhre di Noha

Beatrice Ventura

Nel cuore del Salento, un piccolo borgo di nome Noha, frazione di Galatina, custodisce un tesoro misterioso e affascinante: le Casette del piccolo angelo. La loro storia, sospesa tra realtà e leggenda, ha inizio circa un secolo fa, quando Cosimo Mariano, appassionato di arte e architettura, diede vita a tre piccole costruzioni in pietra, conosciute anche come "casiceddhre".

Situate sulla terrazza di una delle corti del palazzo Galluccio, un tempo castello, queste casette incantano per la loro minuzia di particolari e le dimensioni ridotte, tanto da farle immaginare come dimore ideali per gli "sciacuddhi", i dispettosi folletti della tradizione popolare salentina.

Ma la particolarità di questo luogo non si limita alle casette. Attorno ad esse, infatti, sono nate leggende e ipotesi che narrano la storia di un principe malato, costretto a vivere nella sua stanza e desideroso di vedere le sue creazioni in disegno trasformate in realtà.

La leggenda narra che il principe, una notte, ricevette la visita di una figura angelica che gli chiese quale fosse il suo più grande desiderio. Il principe espresse il desiderio di vedere le sue costruzioni in pietra realizzate, e la figura scomparve.

Il giorno dopo, il re trovò le casette costruite sul terrazzo e, credendole opera del figlio, ordinò di abbatterle. La figura angelica tornò a visitare il principe, che espresse nuovamente il suo desiderio. Il re, però, continuò a distruggere le costruzioni per diverse notti, finché le condizioni del principe non peggiorarono.

Il principe, allora, chiese alla figura angelica di ricostruirle per l'ultima volta, chiedendo anche che nessuno potesse più distruggerle. La figura gli spiegò che le casette sarebbero rimaste intatte solo finché ci fosse stato qualcuno disposto a prendersene cura, perché neppure lei poteva fare nulla contro l'ingratitudine umana. Detto ciò, prese il principe per mano e lo portò via con sé per sempre.

Il giorno dopo, il re trovò le casette di nuovo sul terrazzo, ancora più belle e splendenti, e emanò un editto reale che vietava a chiunque di toccarle.

Ancora oggi, le Casette del piccolo angelo sono lì, a testimoniare una storia che, tra fantasia e realtà, ci insegna l'importanza di coltivare i sogni e di proteggere i doni che la vita ci offre.

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