Alla scoperta del Salento: Santa Maria al Bagno, il borgo signorile che ospitava gli Ebrei
Alla scoperta del Salento: Santa Maria al Bagno, il borgo signorile che ospitava gli Ebrei
Beatrice Ventura

Affacciata sulle incantevoli coste della marina di Nardò, Santa Maria al Bagno si presenta come un'elegante frazione, armoniosamente incastonata tra Galatone e le rinomate località balneari di Santa Caterina, Porto Selvaggio, Torre Uluzzo e Sant’Isidoro, con una comoda apertura verso la litoranea Gallipoli-Leuca. Le sue origini affondano in un modesto villaggio di pescatori, ma le scoperte archeologiche nei pressi della Grotta del Fico rivelano una presenza umana ben più antica, risalente alla preistoria.
Nel corso dei millenni, questo lembo di terra ha mutato il suo nome, da Nauna messapica a Portus Nauna romana, fino a divenire l'abbazia di Sancta Maria de Balneo sotto il dominio dei Basiliani, dei Benedettini e dei Cavalieri Teutonici. Circa duemila anni or sono, i Romani vi eressero le loro terme, sfruttando le risorse naturali del luogo. Successivamente, Santa Maria al Bagno fu soggetta a diverse dominazioni, tra cui quelle dei Saraceni e dei Veneziani, che ne dispersero temporaneamente gli abitanti. A difesa della costa e delle preziose sorgenti d'acqua dolce, Carlo V fece edificare nel XVI secolo la Torre del fiume di Galatena, oggi nota come la suggestiva Torre delle quattro Colonne, divenuta un iconico punto di ritrovo balneare dopo il crollo della sua parte centrale.
Per secoli silenziosa, Santa Maria al Bagno conobbe una rinascita nella seconda metà dell'Ottocento, quando le prime ville di famiglie nobili iniziarono a punteggiare il paesaggio, creando uno splendore architettonico in stile liberty che ancora oggi affascina i visitatori, attratti dall'atmosfera signorile di questa frazione immersa tra pinete rigogliose, scogliere imponenti e un mare dalle mille sfumature. L'impegno di alcuni lungimiranti abitanti di Galatone contribuì a trasformarla in una moderna e apprezzata meta di villeggiatura.
La storia di Santa Maria al Bagno si arricchisce di un capitolo di profonda umanità: nel 2005 fu insignita della Medaglia d’oro al valore civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi per la generosa accoglienza offerta ai profughi ebrei in seguito all'Olocausto. Dopo un periodo di relativa tranquillità, l'arrivo degli slavi nel Natale del 1943 trasformò la frazione in un inatteso campo di accoglienza, estendendosi anche alle vicine Santa Caterina e Le Cenate. Sebbene l'inizio fu segnato da episodi di occupazione di abitazioni, la situazione evolse con l'arrivo di numerosi ebrei di diverse nazionalità, che trovarono rifugio e assistenza grazie all'intervento dei soldati inglesi.
Instaurando un rapporto di fiducia con la popolazione locale, i profughi ebrei si integrarono gradualmente nel tessuto sociale, partecipando attivamente alla vita della comunità. Tuttavia, nel 1947, il campo fu improvvisamente chiuso, costringendo gli ebrei a lasciare Santa Maria al Bagno, non senza un sincero saluto ai loro nuovi amici italiani. A testimonianza di questo significativo periodo storico rimangono i toccanti murales, che attraverso simboli della loro cultura e religione, narrano il difficile viaggio dalla liberazione dai campi di sterminio fino all'approdo nel Salento, preludio al loro definitivo cammino verso la tanto desiderata "Terra Promessa".