La ‘Porta d’Oriente’

La ‘Porta d’Oriente’

Beatrice Ventura

In un angolo speciale della Puglia, dove l'Italia si affaccia con discreta fierezza verso l'orizzonte del nascere del mondo, sorge Otranto. Un luogo magico dove la luce danza sui colori, il mare sussurra storie millenarie e l'aria profuma di salsedine e spezie. Otranto non è solo una località costiera sull'Adriatico, ma un vero crocevia di civiltà, un prezioso mosaico di storia e bellezza che ogni estate si adorna di riflessi dorati e azzurri. Vagare tra le sue vetuste mura è come sfogliare un libro le cui pagine sono state scritte dal vento e dalla brezza marina.

Quando il sole al tramonto si nasconde delicatamente dietro la sagoma della cattedrale, Otranto sembra sospesa in un'atmosfera incantata, come se attendesse da secoli proprio il nostro sguardo curioso. Scoprire cosa vedere e gustare qui significa deliziare l'anima con i sapori autentici del Salento.

Chiamata la "Porta d'Oriente" per la sua posizione geografica più orientale d'Italia, Otranto è la prima ad accogliere il sole del mattino. La sua storia è un susseguirsi di incontri tra culture diverse: greci, bizantini, turchi e normanni hanno lasciato qui la loro impronta. In tempi antichi, le rotte del Mediterraneo si intrecciavano in questo punto, portando con sé mercanti, pellegrini e marinai. Il suo porto è stato per secoli una finestra aperta sull'Oriente, non solo geograficamente ma anche culturalmente. Lo testimoniano i magnifici mosaici della Cattedrale di Santa Maria Annunziata, un tappeto di immagini sacre e simboliche che paiono emergere da un'antica leggenda orientale, e l'imponente Castello Aragonese, custode di storie di assedi e resistenze contro l'Impero Ottomano. Otranto è la "Porta d'Oriente" perché da sempre volge lo sguardo lontano, accogliendo chi proviene da terre lontane.

Il cuore pulsante di Otranto è il suo centro storico, un dedalo di stradine lastricate che serpeggiano tra case candide, botteghe artigiane e incantevoli scorci sul mare. Una visita alla Cattedrale di Santa Maria Annunziata è d'obbligo per ammirare il suo celebre mosaico pavimentale del XII secolo, un'epopea dell'umanità narrata attraverso simboli religiosi, figure mitologiche e creature fantastiche, dominato dall'enigmatico Albero della Vita. Nella cripta, tra le sue quarantadue colonne uniche, si respira un'aria di sospensione, quasi mistica. A breve distanza, il Castello Aragonese si erge come un silenzioso guardiano sul mare: bastioni, cunicoli segreti e panorami mozzafiato trasformano la visita in un viaggio nel tempo, tra antiche difese militari e leggende di eroici assedi. Passeggiando lungo il Lungomare degli Eroi, si percepisce il respiro del mare che lambisce le antiche mura. Qui, ogni angolo è una cartolina, ogni tramonto un'opera d'arte. Non mancano graziose botteghe di ceramiche, locali con musica dal vivo e terrazze affacciate sull'acqua dove concedersi un aperitivo salentino.

Ma Otranto si svela pienamente anche attraverso i sapori della sua tavola, con le specialità tipiche del Salento. Le friselle, fragranti e intrise dei profumi del Mediterraneo, sono solo l'inizio. Le orecchiette fatte a mano, condite con le cime di rapa o con un ricco sugo di carne e una spolverata di cacioricotta, raccontano storie di tradizioni contadine tramandate di generazione in generazione. Il pesce fresco è il protagonista indiscusso: dai teneri polipetti alla pignata, cotti lentamente nel coccio, alle grigliate di scorfano, orata e seppie appena pescate. Nei vicoli del centro, è facile imbattersi in piccoli ristoranti a conduzione familiare dove ogni piatto è preparato con passione e con ingredienti locali. Per un dolce finale, il pasticciotto leccese qui si gusta caldo, appena sfornato, con la sua crema profumata di vaniglia e limone. E per accompagnare? Un calice di Negroamaro o un fresco rosato del Salento, perfetti per brindare al mare, alla bellezza e a quella sensazione di libertà che solo Otranto sa donare.

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